MAGDI CRISTIANO ALLAM: “Essere concilianti con il nostro carnefice è un atto di suicidio”

Cari amici buongiorno. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d’amore per la vita.

Sabato 3 febbraio, alle ore 18,30, la Sala della Biblioteca comunale di Portogruaro, in Provincia di Venezia, era gremita con un centinaia di persone per ascoltare la mia conferenza su “Le ragazze e le donne nell’islam”, organizzata dall’Associazione di Promozione Sociale Humanitas D.I.U (Diritto Internazionale Umanitario), presieduta da Enrico Santinelli.

Poco prima dell’inizio della conferenza, hanno fatto irruzione, tutti insieme per evidenziare la loro compattezza, una ventina di islamici, identificabili da oltre una decina di donne tutte velate, dalle più anziane a una bambina di circa nove anni. Gli uomini, guardiani e tutori delle donne, erano giovanotti robusti, con la tipica barbetta dei “Fratelli Musulmani”. Per gli agenti della Digos presenti nella Sala, sono “persone tranquille”, frequentatori della locale moschea, interlocutori legittimati dalle istituzioni pubbliche, con cui si dialoga e ci si mette d’accordo sulle istanze che, man mano, gli islamici avanzano.

Si trattava di un chiaro gesto di sfida. La mia conferenza era stata pubblicizzata da un enorme manifesto posto in una zona centrale di Portogruaro. Per mia fortuna, e a tutela di tutti i partecipanti, in Sala c’era una significativa presenza di Forze dell’ordine, carabinieri e poliziotti, alcuni in divisa, altri in borghese, tutti comunque riconoscibili. Solo questa presenza ha, da subito, smorzato le focose intenzioni degli islamici, facendo capire loro che non avrebbero potuto sabotare la mia conferenza, pena il loro allontanamento forzoso. Qualcuno ha comunque inscenato una fugace manifestazione di protesta, attivando per diverse volte dal cellulare una nenia con la recitazione di versetti del Corano.

La loro irruzione ha comprensibilmente provocato preoccupazione tra gli italiani presenti. È da rilevare che, mentre gli islamici erano prevalentemente giovani, gli italiani erano prevalentemente anziani.
Si tocca con mano come il vuoto demografico provocato dal tracollo demografico degli italiani, e più in generale degli europei, lo colmano innanzitutto gli islamici.
L’arma demografica è in assoluta la più forte ed irresistibile con cui gli islamici stanno conquistando l’Italia e l’Europa.
Siamo noi i responsabili del nostro tracollo demografico, avendo scelto, a prescindere dalle motivazioni, di non mettere al mondo i nostri figli.
Siamo noi i responsabili della folle strategia di auto-invasione, indicata enfaticamente come “accoglienza” di “migranti”, tramite cui abbiamo consentito l’insediamento del loro “Cavallo di Troia” islamico dentro casa nostra.

Mi sono domandato: «Cosa devo fare? Devo auto-censurarmi per “calmare le acque”, per prevenire la reazione, forse violenta, degli islamici? È opportuno che io non dica nulla che possa alimentare la preoccupazione dei partecipanti italiani e possa mettere in difficoltà le Forze dell’ordine?»
Alla fine ho deciso che avrei detto ciò che aveva deciso di dire, comportandomi come se in Sala non ci fossero gli islamici.
Mi sono detto: «Siamo in Italia. Siamo a casa nostra. E dentro casa nostra dobbiamo essere pienamente noi stessi. Costi quel che costi. Perché se dovessimo auto-censurarci dentro casa nostra per paura della reazione degli islamici, ciò si tradurrebbe nella nostra morte interiore, che è la morte peggiore. Il risultato sarebbe comunque controproducente perché gli islamici percepirebbero la nostra paura e la nostra auto-censura come un segno manifesto della nostra fragilità, si sentirebbero ancor più sollecitati ad accelerare la loro opera di conquista dell’Italia e di sottomissione degli italiani all’islam».

È così è stato. Ho letto senza alcuna censura il testo della mia relazione. Alla fine della mia conferenza, gli italiani si sono sentiti sollevati. Ero stato la loro voce. Avevamo vinto. Non ci eravamo lasciati sopraffare dalla paura. Avevamo salvaguardato la nostra dignità e non avevamo rinunciato alla nostra libertà.
In queste circostanze in cui mi trovo a dover scegliere tra l’essere pienamente me stesso o auto-censurarmi per non urtare la suscettibilità altrui, mi sono di conforto le esortazioni di Gesù «Sia il vostro parlare sì sì, no no», «Conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi». Così come m’ispira il testamento spirituale di Paolo Borsellino: «È bello morire per ciò in cui si crede; chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola».

L’Italia e l’Europa stanno ripetendo, nei confronti dell’islam, l’errore commesso nel 1938 a Monaco quando autorizzarono Hitler ad occupare la Regione dei Sudeti in Cecoslovacchia, immaginando che si sarebbe ritenuto soddisfatto e avrebbe accantonato le sue mire egemoniche su tutta l’Europa.
L’atteggiamento dell’Europa di resa a Hitler si riassume in due celebri aforismi di Winston Churchill, Primo ministro del Regno Unito tra il 1940 e il 1945, protagonista della vittoria degli Alleati contro il nazi-fascismo. Entrambi gli aforismi sono una critica al comportamento del suo predecessore Neville Chamberlain, per la sua resa a Hitler:
«Una persona conciliante è come uno che dà da mangiare a un coccodrillo perché spera che questo lo mangi per ultimo».
«Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra».
Ebbene, lo stesso comportamento si verifica oggi con il “potere islamico”. Quest’Europa dalla civiltà decaduta e con la popolazione autoctona condannata all’estinzione, si comporta in modo sempre più accondiscendente con gli islamici, pur di rinviare il più possibile l’inevitabile scontro frontale e l’esito indubbio della nostra sottomissione all’islam. Ed è così che l’Europa sceglie il disonore, anziché combattere da subito il nemico che mira sopraffarci e a sottometterci, ma ciò non ci salverà dal dover subire la guerra. È una guerra in atto, scatenata dal “potere islamico” sui vari fronti militare e terroristico, demografico, ideologico, finanziario, economico, culturale, sociale e politico. In guerra o si combatte per vincere, o la si subisce comunque e si verrà sconfitti e sottomessi.

È da 1400 anni che l’islam, dopo aver sottomesso le popolazioni cristiane della sponda meridionale e orientale del Mediterraneo, non ha mai rinunciato a sottomettere anche la sponda settentrionale. Se gli eserciti cristiani non avessero combattuto e sconfitto gli islamici a Poitiers nel 732, con la Reconquista in Spagna nel 1492, a Lepanto il 7 ottobre 1571, a Vienna l’11 e il 12 settembre 1683, anche l’Europa sarebbe già stata sottomessa all’islam.
Maometto profetizzò che anche Roma, dopo Costantinopoli, sarà sottomessa all’islam. Nell’830 e nell’846 per due volte gli islamici invasero Roma e saccheggiarono la Basilica di San Pietro. Le Mura che cingono lo Stato del Vaticano, si chiamano “Mure Leonine” perché furono edificate nell’848 dall’allora Pontefice Leone IV, per prevenire nuove aggressioni islamiche.

La mattina dopo la mia conferenza, ho casualmente incrociato due delle donne velate che avevano inscenato una loro tacita protesta alla mia conferenza. Quando sono passato vicino, la più anziana mi ha guardato schifata. Se non ci fossero stati i carabinieri della scorta, mi avrebbe come minimo sputato in faccia.

Cari amici, siamo in guerra. Una guerra in atto ad opera dei terroristi taglia-gole e dei terroristi taglia-lingue. I più pericolosi non sono quelli che ci uccidono una volta sola decapitandoci, ma quelli che ci uccidono tutti i giorni impedendoci di essere pienamente noi stessi dentro casa nostra. Noi possiamo sconfiggerli continuando a dire la verità in libertà sull’islam.

Andiamo avanti sulla retta via a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a realizzare il miracolo per far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.

Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Casa della Civiltà

Martedì 6 febbraio 2024

La Casa della Civiltà è un’Associazione di Promozione Sociale (APS), fondata da Magdi Cristiano Allam nel 2021. Promuove un percorso di Formazione culturale, di Mobilitazione civile e di Azione politica costruttiva per dare certezze sul piano dell’informazione corretta, fortificare gli animi, infondere determinazione per far rinascere la nostra civiltà decaduta, salvare gli italiani dal tracollo demografico, riscattare lo Stato collassato, con l’obiettivo di elevare la nostra amata Italia nel Paese numero 1 al Mondo per la qualità della vita.

Dal lunedì 5 febbraio Magdi Cristiano Allam ha iniziato un nuovo ciclo del Corso di Formazione culturale, che si articola in 10 lezioni di base e in conferenze tematiche riservate agli iscritti alla Casa della Civiltà.

Per aderire alla Casa della Civiltà inviate una e-mail a adesioni@casadellacivilta.it ; o inviate un messaggio tramite Sms o Whatsapp a Marialuisa Bonomo, assistente personale di Magdi Cristiano Allam, al suo numero 335.234430. Trovate tutte le informazioni sul sito www.casadellacivilta.com

2 commenti su “MAGDI CRISTIANO ALLAM: “Essere concilianti con il nostro carnefice è un atto di suicidio”

  1. Concordo. Come ha detto Enrico e come ci ripeti sempre, siamo a casa nostra. Ed a casa nostra le regole sono le nostre e vanno rispettate da tutti, anche e soprattutto dagli ospiti.
    Tra l’altro mi torna in mente un principio del diritto internazionale che è la “reciprocità” ovvero quella regola che prevede che ai cittadini stranieri vengano accordate nel nostro paese gli stessi benefici che verrebbero accordati ad un italiano nel loro paese. Evidentemente noi abbiamo già accordato troppo. E questi ora si vogliono prendere tutto il corpo, non solo il braccio.

  2. Bene Magdi! Siamo a casa nostra e dobbiamo esprimere le nostre idee senza remore. I cosiddetti immigrati di prima e seconda generazione sono nostri ospiti e, come ospiti devono comportarsi, adeguandosi alle regole dello Stato che benevolmente li nutre e li sovvenziona.

Lascia un commento

error: Questo contenuto è protetto