Cari amici buongiorno e buona Domenica del Signore. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d’amore per la vita.
Ho visto ieri il video dell’intervento registrato di Silvio Berlusconi all’assemblea di Forza Italia. Come potremmo non commuoverci alla vista di un protagonista assoluto della nostra politica contemporanea che, per la prima volta dall’ospedale, dopo aver visto la morte in faccia, riprende a parlare ai suoi sostenitori con il fisico visibilmente provato, il volto sofferente, la voce che a tratti si spezza, pur mantenendo integra la lucidità mentale, lo spirito combattente e la sua straordinaria arte comunicativa?
Sul piano dei contenuti il suo discorso è rimasto indietro di trent’anni. Ha ripetuto gli stessi concetti espressi dopo l’incredibile successo elettorale nel 1994, a pochi mesi dalla formazione di un partito forgiato sul modello aziendale, un trionfo improvviso che si porta dietro interrogativi e perplessità.
Il limite di Berlusconi e della sua creatura Forza Italia, è di concepirsi sul piano identitario come un partito “contro” il comunismo, lo statalismo, la magistrocrazia, la partitocrazia. La dimensione propositiva, la battaglia per la libertà, la giustizia, lo sviluppo e il benessere, è rimasta concretamente in secondo piano. Anche quando ha avuto la maggioranza assoluta del Parlamento, non ha realizzato nessuna delle riforme che gli stavano a cuore. È un fatto che riflette la realtà di un uomo profondamente inquieto, capace di incantevoli voli pindarici in una retorica magistralmente recitata, sprofondando subito dopo nell’abisso della depressione che lo porta a concepirsi solo contro tutti e contro tutto.
L’esaltazione fatta ieri dell’Unione Europea, auspicando che diventi un super-Stato con un unico esercito e forze dell’ordine, contraddice il suo sincero amore per l’Italia, che è stata spogliata della sovranità e depredata delle sue ricchezze proprie dall’Eurocrazia retta dalla Germania e dalla Francia, autori con la Merkel e Sarkozy del colpo di stato che scalzò dal potere Berlusconi nel 2011, con la complicità del Presidente-comunista Napolitano. L’unico punto condivisibile è la denuncia di ciò che Berlusconi ha correttamente definito «l’imperialismo cinese».
Nel bene e nel male, piaccia o meno, Berlusconi è il protagonista assoluto della politica italiana dal 1994 ad oggi. Il carisma personale, il successo imprenditoriale, l’intuizione politica, le vittorie elettorali, la maestria comunicativa, lo collocano su un gradino più alto rispetto ai politici di professione che non hanno mai lavorato in vita loro e ai mercanti della politica che, pur lavorando, sfruttano le istituzioni per depredare il forziere del denaro pubblico. Anche se Berlusconi resta un politico, non uno statista. Pure lui ha pensato alle prossime elezioni, non alle prossime generazioni.
Non ho mai votato Forza Italia. Ho conosciuto Berlusconi e ci siamo incontrati due volte a Palazzo Grazioli a Roma nel 2005 e 2011, quando lui era Presidente del Consiglio ed io ero vice-Direttore del Corriere della Sera e poi Presidente del partito “Io amo l’Italia” e parlamentare europeo. Ci siamo intrattenuti da soli per circa un’ora ciascuna volta. Guardandolo con commozione ieri ho rinnovato dentro di me l’auspicio che quest’uomo, fortunato ma sofferente, generoso ma che si sente contraccambiato con l’ingratitudine, possa un giorno scoprire la serenità che la politica gli ha negato.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità “Casa della Civiltà”
Domenica 7 maggio 2023
Caro Magdi, mi associo al tuo augurio a Berlusconi. È certamente stato un grande imprenditore e per questo lo stimo, ma, come politico, pur essendo animato da grandi ideali, ha creato un partito, Forza Italia, che secondo me era perfettamente sovrapponibile solo alla sua persona. L’ho sempre percepito, Forza Italia, come una sorta di versione politica di una S.R.L. o S.p.A. a socio unico (egli medesimo) e, infatti, non l’ho mai votato.
Berlusconi è stato molto avversato perché è certamente stata molto temuta la presa che aveva sul pubblico, ma non dimentico tuttavia che è stato anche per causa sua, o meglio dei programmi spazzatura delle sue TV che il livello culturale degli italiani si è abbassato. La Rai, per non perdere audience lo ha imitato e così ci ritroviamo un livello culturale veramente infimo. Ha sprecato una vera occasione per far rinascere davvero il nostro paese.
Del Berlusconi degli ultimi anni mi ha fatto compassione la sua ferrea volontà di sembrare sempre giovane, quasi volesse mostrare di poter perpetuarsi in eterno.
Gli auguro davvero di godere gli ultimi anni in serenità ritrovando un poco di aderenza alla realtà.
Brava Andreina lo hai dipinto bene. Aggiungo solo che non capisco come mai, ancora ora, non combatte con i mezzi di cui dispone il sistema che lo ha defenestrato. Molto probabilmente anche per un potente come lui vale il detto “tengo famiglia”.
Caro Magdi, condivido e mi associo alle tue considerazioni su Berlusconi uomo e politico e gli auguro anch’io quanto tu dici in fine.
Vorrei queste tue riflessioni potessero arrivargli per farlo riflettere, come l’augurio.
Ho sempre considerato Berlusconi un grande politico, comunicativo, capace di annusare il vento e i bisogni della gente ed offrire una soluzione semplice, che però poi nella realtà dei compromessi e ricatti politici economici diventano impossibili da realizzare.
Un uomo abile, un grande interprete e trascinatore, all’americana come si dice, ma che ha veramente in sé spinte ideali, liberali, di giustizia sociale anche, popolari, che poi deve per forza contenere con il business proprio ed altrui che muove i fili e gli dà la forza, il potere vero. L’attacco continuo e concentrico che subì per anni da poteri concorrenti e forze supportanti la sinistra nazionale e internazionale, le stesse di oggi globaliste e speculative, lo scalzarono, e per questo capisco le sue lamentele, temendo veramente che lui avrebbe ribaltato certi rapporti di forza, scegliendo strade di sviluppo popolari, più vicino alla gente e invise ai poteri forti. Non era nato miliardario, e non lo era diventato per motivi politici come molti appoffittatori, anche se amico di Bettino Craxi, anche pur avendone qualche vantaggio. Aveva costruito molto su di sé, sulle proprie capacità e non amava perdere, anzi voleva vincere ed essere amato. Narcisista certo, ed amante della vita, gaudente, ma generoso.
Un insieme di vizi e virtù, come tutti i grandi uomini. Per questo l’ho ammirato e rispettato.
Nel 1994 lo votai e nel 1995-96 fui iscritto a Forza Italia.
Ma nel circolo locale fui chiamato solo una volta per votare un delegato provinciale suggerito da correnti ex socialiste locali, perché i circoli erano spesso diretti da riciclati politici, fuoriusciti dopo la mattanza di tangentopoli, spesso in lotta tra loro. Io mi aspettavo riunioni, discussioni politiche, sulla linea da intraprendere, sui fenomeni sociali e soluzioni da discutere, da proporre per sviluppare una partecipazione locale, contribuire, almeno i militanti, allo sviluppo della società e del partito. Nulla di tutto ciò.
Quindi dopo due anni, deluso me ne andai, tanto non se ne accorse nessuno. Capii che non era tutto oro ciò che luccica, che non bastano grandi idee e grandi sogni, ma che devi far i conti col denaro che crea e condiziona e con le persone, i collaboratori, che devono essere coesi e non condizionati se non solo da amicizia e unità di pensiero ed intenti. E proposte serie che abbiano al centro l’UOMO E LA VITA.
Tutte cose che oggi trovo nella NOSTRA CASA DELLA CIVILTA’.
E Magdi ha molte più carte di Silvio e soprattutto molti meno conflitti d’interesse di lui. E innanzitutto una estrema coerenza.
Grazie Magdi ed auguri a Silvio.