Cari amici buongiorno e buona domenica del Signore. Ho l’abitudine di camminare tutti i giorni per circa cinque chilometri. In primavera e d’estate mi piace camminare sui Monti Cimini, a circa 800 metri di altitudine, che distano un quarto d’ora d’auto da Fabrica di Roma, in Provincia di Viterbo, dove risiedo.
In autunno e in inverno, quando i percorsi di montagna diventano fangosi per le piogge e comunque le temperature sono alquanto rigide, cammino volentieri nel “Parco dei cedri” a Fabrica. Ogni giro del parco sono circa 900 metri.
Il parco confina con il cimitero. Camminando nel parco, per favorire la vita tonificando il fisico e ritemprando la mente, non si può non riflettere sulla morte che coinvolge la dimensione dello spirito.
Non tutti i fabrichesi frequentano il parco, ma tutti i fabrichesi finiranno nel cimitero. Qualcuno ha sentito un anziano che passeggiava dire: «Vengo a salutare i miei futuri inquilini».
La maggior parte di noi ha sviluppato un’avversità nei confronti della morte, concepita come il male, il male assoluto, la tragedia immane della nostra vita.
Lo scientismo degenere che ha prodotto il virus artificiale Sars-Cov-2 e i sieri sperimentali a tecnologia genica fraudolentemente spacciati per vaccini anti Covid-19, vorrebbe farci credere che anche la morte è una malattia curabile, ovviamente con i farmaci prodotti dalle stesse multinazionali della farmaceutica che idolatrano il dio denaro, prospettando l’illusione che potremmo diventare immortali.
Ebbene noi dobbiamo vivere al meglio la nostra vita, sul piano della qualità della vita, favorendo la migliore qualità di vita il più a lungo possibile. Ma nella consapevolezza che, sul piano della quantità temporale, la nostra natura ci ha concepito limitati nel tempo. La morte è parte integrante della nostra natura, è l’unica certezza della vita una volta che si ha il dono incommensurabile di vivere. La nascita e la morte ci appartengono, sono ciò che sostanzia l’essenza della nostra umanità.
A Seneca viene attribuita la frase: «Vivi come se dovessi morire domani, pensa come se non dovessi morire mai». Preferisco un detto arabo che recita: «Pensa alla vita come se dovessi vivere per sempre; pensa alla morte come se dovessi morire domani».
Perché è sbagliato vivere con la paura o l’ossessione della morte. Al contrario dobbiamo vivere affrancati da ogni paura, per poter essere pienamente noi stessi nel corso della nostra esistenza terrena, compiendo con successo la missione di vita che ci siamo prefissati.
Chi ha il dono della fede, concepisce la morte come il passaggio alla vita eterna, all’incontro con il Signore, l’ambita e meritata ricompensa per un’esistenza terrena vissuta nella rettitudine della fede e compiendo opere buone. Il fedele accoglie la morte come una “liberazione” dai limiti naturali intrinseci alla nostra fisicità e come una “elevazione” dello spirito che sopravvive per l’eternità.
Ogni giorno ci sono persone che muoiono. Ogni giorno in Italia muoiono circa 1.700 persone. Ogni giorno alcuni di noi vivono personalmente un lutto familiare o apprendono della morte di un familiare dei propri amici e conoscenti.
Essere consapevoli della naturalezza della morte, accettare il fatto che la morte ci appartiene, deve indurci a vivere, giorno dopo giorno, la nostra vita come un dono ineguagliabile, spronarci a valorizzare al meglio il tempo per fare ciò che ci sentiamo dentro, consolidare la fiducia in noi stessi e accrescere la determinazione a conseguire con successo la nostra missione. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità «Casa della Civiltà»
Domenica 19 febbraio 2023
Magnifica riflessione che ci pone tutti davanti al nostro specchio. Condivido il contenuto, dobbiamo essere grati al dono della vita, e vedere il passato come insegnamento del presente, in tutte le fasi che abbiamo vissuto, positive e negative. Personalmente la morte può arrivare domani, sarà accettata serenamente, anche se, da essere umano, temo moltissimo la sofferenza fisica. Grazie Magdi, come sempre!!!
Caro Magdi, la tua riflessione per me è l’apoteosi. Solo esseri superiori possono esprimere concetti di siffatta profondità. Grazie, grazie, grazie. Lia
Grazie Magdi per la bellissima riflessione. Condivido in pieno
Bellissima riflessione Magdi.
È vero: la morte fa paura ed è proprio sfruttando questa paura che i criminali che vogliono arrivare al famigerato “Great Reset” hanno potuto adottare provvedimenti orribili nei confronti del genere umano, impedendo così alle persone di vivere . Ed hanno avuto gioco facile: moltissime persone fanno qualsiasi cosa per sembrare sempre giovani (con risultati spesso francamente patetici) figurati se gli si fa credere di sfuggire alla morte!!
Tendiamo sempre a credere di essere immortali, ignorando che la morte fa parte della Vita. Poi ti capitano eventi che ti sbattono sul naso il tuo essere mortale e non puoi fare altro che accettare la tua condizione. Da quel momento però cambi completamente la prospettiva in cui guardi le cose: apprezzi la vita in tutte le sue sfumature, programmi il tuo futuro con maggior consapevolezza, ma la vita acquista tutto un altro sapore.
È stato spiritoso quel signore che ha detto, recandosi al cimitero, che andava a trovare i futuri inquilini .
È molto bello il proverbio arabo che hai citato e me lo sono copiato.
Io personalmente ho solo paura di non essere sufficientemente pronta ad incontrare nostro Signore e poi mi piace talmente tanto la Vita che mi seccherebbe non poco lasciarla.
Però la mia mamma mi dice sempre che “quando lassù suonano il campanello si deve lasciare tutto ed andare”, quindi ho avuto idea dell’ineluttabilità del decesso fin da piccola.
Son quasi curiosa di vedere cosa trovo di là..e poi chissà se posso ritrovare il mio amatissimo nonno.. e poi due o tre cose al buon Dio le vorrei dire a quattr’occhi….e poi ritrovare tanti amici… Chissà…
Non esistono parole per esprimere la sensazione percepita dalle parole di questa bellissima riflessione. Letta, riletta, respirata in silenzio. Grazie Magdi.
Bellissima riflessione che condivido totalmente. La Fede in Dio Padre per noi cristiani è riporre fiduciosi nelle sue mani la nostra vita terrena prima e poi per l’eternità.
Non è facile e non sempre viene naturale accettare che questa vita ha una fine sulla terra, bisogna ammetterlo anche per chi è credente!
Mi viene in mente la storia bellissima di una giovane mamma con una grande Fede. Per poter dare alla luce il suo terzo figlio non si sottopone alle cure oncologiche e poco dopo il parto muore, si chiamava Chiara Corbella Petrillo.
Lei ripeteva sempre “Siamo nati e non moriremo mai più” .