Siamo alle porte di una nuova devastante crisi finanziaria globale
Il quadro generale del sistema finanziario sta rapidamente deteriorandosi nell’indifferenza più totale.
Infatti nessuno pare rendersi conto del sottilissimo filo a cui è appeso il mercato globale.
Ma andiamo per ordine, cercando di individuare gli indizi che alla fine costituiranno la prova di quello che sarà il prossimo crash.
Il primo indizio è l’accumulo di debito totale, mai così alto nella storia. Che il mercato sia in una condizione di stress, lo rivelano i costi delle rate dei mutui negli USA, passati dai 1.200 dollari al mese del 2019 ai 2.400 attuali.
Il tutto in concomitanza con la riduzione dei valori degli immobili negli USA, il cui prezzo è oggi superiore a quello che generò la bolla immobiliare del 2007/2008. Una combinazione esplosiva, in grado di generare perdite oltre che per i privati, anche che le banche che hanno erogato i mutui che potrebbero trovarsi nell’attivo garanzie non più in grado di sostenere i prestiti concessi.
Ma non basta. I fondi immobiliari stanno oggi perdendo soldi ed alcuni hanno addirittura impedito ai clienti di riscattare le proprie quote come Blackstone ( questo ricorda da vicino il congelamento delle quote di taluni investimenti di Societè Generale durante la crisi del 2007/2008); il fatto che molti fondi immobiliari utilizzino una leva finanziaria elevata, moltiplica ovviamente le loro perdite.
Il secondo indizio è lo sciagurato comportamento delle banche centrali. Queste, attraverso il progressivo e dannatamente sbagliato rialzo dei tassi e la riduzione degli acquisti netti di titoli sul mercato secondario, provocheranno la riduzione dei prezzi dei titoli già emessi ( che quindi perderanno valore) ma soprattutto limiteranno in questo modo anche la possibilità d’intervento degli stati sovrani, che non avranno più le banche centrali disposte a comprare le loro emissioni a deficit (per esempio per aiutare famiglie ed imprese contro il caro energia) come invece è avvenuto sino ad oggi.
Ed il bilancio delle principali banche centrali sta già riducendosi, come si vede dal grafico che segue che riguarda la FED e BoE.
Il terzo indizio è la crisi energetica che in realtà deve ancora iniziare.
Ricordando che siamo in un periodo di elevata inflazione causata da una crisi energetica costruita a tavolino, l’arrivo dell’inverno da una parte e la possibile riapertura della Cina dopo l’abbandono della politica “zero Covid”, porteranno ad un nuovo incremento dei costi energetici e quindi dell’inflazione, che anziché scendere come molti credono, resterà ancora molto elevata.
I redditi privati quindi perderanno sempre più potere d’acquisto, si ridurranno i consumi e quindi nuovamente i redditi e questo determinerà la chiusura di numerose attività e la perdita di molti posti di lavoro.
Possiamo fermarci qui; tre indizi fanno già una prova, anche se in realtà si potrebbero inserire molti altri aspetti e valutazioni, che comunque nulla aggiungerebbero al quadro dal punto di vista soistanziale.
Siamo alle soglie di un devastante crash, che riguarderà tutti i mercati, primi tra tutti quello azionario ed obbligazionario. Quando accadrà? Non avendo la sfera di cristallo, non si può indicare una data, potrebbe essere tra tre giorni come fra tre mesi; ma non credo che questa situazione possa proseguire per molto altro tempo ancora.
Ciò che è certo è che purtroppo, l’esperienza del 2007/2008, non ha insegnato nulla e dopo 15 anni siamo tornati al punto di partenza, con la solita bolla immobiliare che ha gonfiato il mercato ed indebitato i privati a livelli record.
Le domande da porsi a questo punto sono :
1- A chi conviene un crollo generale del sistema finanziario?
2- Chi potrebbe salvare il sistema ?
Già il titolo dell’analisi puntuale e approfondita di Stefano Di Francesco “Siamo alle porte di una nuova devastante crisi finanziaria globale”, dovrebbe portare tutti coloro che detengono le leve del potere a intervenire subito, così come dovrebbe indurre tutti noi cittadini a focalizzare l’attenzione su un evento le cui conseguenze potrebbero essere pari a quella di una vera e propria guerra scatenata con armi di distruzione di massa.
Invece prendiamo atto che, nelle alte sfere di chi ci governa, si litiga su questioni di retrobottega, come il tetto consentito ai pagamenti in contante, in un contesto dove il Nuovo Ordine Mondiale ha deciso l’eliminazione del contante dalla circolazione, la virtualizzazione dell’insieme della massa monetaria e la digitalizzazione dell’insieme delle transazioni finanziarie globali. Che si tradurrà nella spogliazione di ciò che resta della nostra sovranità nazionale e della nostra libertà personale.
Grazie Stefano per questo tuo ennesimo contributo di qualità per illuminare le menti e fortificare gli animi. Magdi Cristiano Allam