Ascolta la poesia con la voce di Giorgio Bongiorno
Non amo
Quei giorni obbligati di festa
Occasioni di giubilo
Da calendario
In cui la gente si ritrova
Con dei fiori recisi
In nome di qualcuno
Vorrei godere di quella gioia primordiale
Che nasce da dentro
Essere lieto della mia stagione di ebbrezza
Quando capita
Irrompere fra la folla
Con tutta la mia felicità
Diffonderla come il sole fra le nuvole scure
Di una giornata uggiosa
Vorrei poter pensare ad una vita
Senza solitudine
Senza monotonia
Senza obblighi di festa
Senza schemi preordinati
Ad un mattino che è capace di sorprendere
E che riempie il cuore di stupore
Sempre giovane
Ad un tramonto che pervade tutto il corpo di
speranza
Al ricordo di quel primo turbamento
A quelle chiazze di viole per gli argini del fiume
Ai gradini della grande torre
A prati pieni di rugiada trasparente e luminosa
Alla fioritura spontanea
A quell’inconfondibile odore di fieno
A incontri nuovi
A tematiche sempre nuove
Alle messi rigogliose e superbe
Al segno divino della vendemmia
Ai colli digradanti verso il mare
Al fascino eterno dello stupore e della meraviglia
A quell’ansia innocente
Al volo lieve di quegli angeli
Che seguono i capricci del vento
E che vivono solo nei sogni
Alle fate ed ai fantasmi delle leggende
A proteggere quei pensieri
Che ci fanno sognare
Di vivere in un mondo amico
Liberi da ogni giogo
Virtuale o reale
Senza conflitti aperti
In pace
Felici
Forti
Orgogliosi
Pieni di voglia creativa e
Indifferenti ad ogni umana
Chiassosa ricorrenza