La Gerusalemme liberata di Torquato Tasso: lo spirito identitario cristiano e l’univocità dell’impresa in ossequio ai canoni poetici dell’epica

Nella mente degli uomini che condividono le istanze originarie da cui muove la Controriforma cattolica, c’è una sostanza razionale e sentimentale che li rende attivamente partecipi della restaurazione degli ideali della cristianità. Agli intellettuali più intimamente coinvolti nel clima di rinascita spirituale del tempo, preme ribadire i propositi identitari di una civiltà che si riconosce in una morale e in una religione comune.

Torquato Tasso elabora sin da ragazzo l’idea di scrivere un poema eroico che si incentri sulla trattazione degli eventi della Prima Crociata e che parli della liberazione del Santo Sepolcro di Gerusalemme da parte dei cavalieri cristiani. Egli avvia il progetto di stesura diverse volte e lo interrompe ripetutamente.

Lo scrittore giunge a mettere finalmente mano all’opera nell’arco di tempo che va dal 1570 al 1575, proprio in concomitanza con la Guerra di Cipro. Il poema viene poi dato alle stampe ed esce a Ferrara nel 1581 col titolo di Gerusalemme liberata.

L’ispirazione poetica di Tasso nasce dall’interiorizzazione mentale di un clima culturale rinascimentale in crisi e in trasformazione, che trova nel poeta di origine sorrentina un ultimo grande interprete.

Le convinzioni letterarie da cui Tasso muove alla realizzazione del progetto riflettono una base normativa ben chiara. I suoi trattati teorici (Discorsi dell’arte poetica e in particolare del poema eroico), rielaborati e pubblicati nel 1594 con il titolo Discorsi del poema eroico, riflettono l’intento di Tasso di uniformare le proprie scelte ai canoni della precettistica contemporanea.

Elemento basilare al centro delle sue teorie è che il poema sia incentrato su una materia unitaria e che la trattazione sia conforme alle norme classicistiche tradizionali di origine aristotelica. Il poeta afferma la necessità di rispettare l’unità della “fabula” e dell’azione, in modo da garantire la centralità dell’obiettivo della trama e l’univocità dell’impresa che i personaggi devono compiere, a discapito di forze disgregatrici che amplino in maniera dispersiva la struttura del poema, la quale si mantiene, invece, misurata e chiusa.

Il proposito di Tasso è quello di realizzare un’opera poetica che attinga a un magistero artistico di livello alto, lontana da intenti legati a finalità semplicemente edonistiche e al perseguimento di un piacere passeggero. L’attività di scrittura deve trattare contenuti sostanziati da serietà e votati a finalità edificanti e pedagogiche.

L’unità della tematica dell’opera comporta anche il bisogno di rispettare la veridicità dell’argomento affrontato. Attingere alla Storia e parlare di eventi che abbiano un rapporto di corrispondenza con quanto realmente accaduto non tarpa l’ispirazione poetica dello scrittore e non svilisce il suo potere creativo ma conferisce a quanto narrato autorevolezza e importanza.

Nel recupero, anch’esso fedele, del rapporto aristotelico tra Poesia e Storia, Tasso mostra di mantenere nella trattazione poetica un margine di finzione che consente all’autore di includere nella materia letteraria la componente del meraviglioso. I fatti di invenzione fantastica rendono “verosimile” l’argomento della narrazione e fanno sì che al suo interno agisca la componente del soprannaturale e del magico, che si presenta sotto forma di interventi miracolosi da parte di Dio e delle forze infernali, i quali guidano e influenzano lo sviluppo degli eventi.

L’idea di poesia che Tasso coltiva, mette in primo piano l’esigenza di rispettare la verità. Lo sguardo attento rivolto nei confronti dei grandi avvenimenti del presente sostanzia il bisogno di non allontanarsi dal mondo del reale e di seguirne gli sviluppi nell’individuazione delle matrici, delle logiche e delle cause della Storia.

A partire dalla conquista turca di Costantinopoli, avvenuta nel 1453, si era cominciata a sentire quasi l’esigenza di una nuova crociata. L’attenzione nei riguardi di ciò che accade nella seconda metà del Cinquecento accentua in maniera sempre più urgente questo bisogno.

La situazione si configura nei termini di un problema di improrogabile soluzione a causa della compromissione degli scambi di tipo commerciale attraverso le vie di comunicazione del mar Mediterraneo e a causa delle incursioni piratesche condotte dai saraceni lungo le coste italiane.

La scelta dell’argomento dell’opera è dettata da un bisogno concreto e reale, rispetto al quale la sensibilità artistica e la coscienza intellettuale di Tasso agiscono in funzione pratica. Il poeta indirizza la propria opera al fine di coinvolgere e sensibilizzare in merito al nodo cruciale della guerra, della quale è necessario, innanzitutto, prendere consapevolezza per istigare l’Occidente cristiano a una controffensiva armata.

Poema in venti canti, in strofe di ottave, la Gerusalemme liberata ha come protagonista Goffredo di Buglione, a cui appare l’arcangelo Gabriele mandato da Dio per convocare l’eroe affinché questi intervenga personalmente per partecipare alla guerra tra esercito crociato e islamici, giunta al suo sesto anno di battaglia.

Sotto le mura di Gerusalemme si presentano i guerrieri cristiani, tra i quali spiccano per valore Tancredi e Rinaldo, mentre i combattenti pagani, dal canto loro, contano la guerriera Clorinda e l’impavido Argante. Erminia, principessa musulmana, è segretamente innamorata di Tancredi, il quale, a sua volta, è innamorato, in maniera non corrisposta, di Clorinda.

A sostegno delle imprese dell’esercito pagano agisce l’influenza di Satana il quale opera anche attraverso l’intermediazione di un’avvenente maga di nome Armida, la quale inganna gli avversari attirandoli e facendoli innamorare di sé, per poi imprigionarli.

A seguito di molteplici vicende e di svariati episodi in cui si intrecciano motivi d’amore e atti di eroismo, è Dio a intervenire per cambiare le sorti della guerra e volgerle a favore dei cristiani. Tramite l’intercessione di Dio si vengono a determinare le condizioni per lo scontro finale tra gli eserciti nemici e, dopo l’arrivo a Gerusalemme anche della componente militare degli egiziani provenienti da Gaza, i Cristiani entrano nella città, sconfiggono gli eserciti rivali e uccidono Solimano, re pagano, ed Emireno, capo degli egiziani. A conclusione di tutto, Goffredo libera la città e vi pianta il simbolo sacro della croce.

5 commenti su “La Gerusalemme liberata di Torquato Tasso: lo spirito identitario cristiano e l’univocità dell’impresa in ossequio ai canoni poetici dell’epica

  1. Bellissima esegesi sulla poetica ed il senso vero di questa del Tasso, che condivido.
    Vorrei approfittare di questo spazio per segnalarti uno scritto di un prof Catanese che conoscerai e cerco di postarla qui. Grazie e buone vacanze.
    NEOTENIA SOCIALE 🌺🌺🌺
    In questo pezzo, Attilio Scuderi, docente di letteratura all’Università di Catania, tratteggia con tragico realismo la desolante situazione dei docenti delle scuole secondarie, costretti a percorsi di “abilitazione” astrusi, di difficile accesso e soprattutto estremamente costosi, tanto da aver dato origine a un lucrativo mercato di “offerte formative”. Di fatto, queste “forme di preparazione ed addestramento” non sono mai esistite in passato. Oggi invece paiono irrinunciabili ovunque, e non solo nelle professioni intellettuali. Anche un idraulico ha necessità di formazione, patentini e registri per la qualunque, il tutto in apparenza ragionevole ma che finisce per ipernormare e sovrastrutturare ogni ambito dell’esistenza. Ovviamente con un indotto di rendite, finanziarie e non (si pensi al potere esercitato per il tramite della gestione di corsi necessari per poter lavorare, quanti cercano di conseguenza aiuti e raccomandazioni?). Andrebbe a tal proposito svolta un’analisi che colga il senso di questa ennesima manifestazione della società del controllo, ché l’esigenza di “forme di preparazione ed addestramento” altro non sono che questo. E se vogliamo sono anche una forma di neotenia sociale, tale per cui si tengono le persone in situazioni variamente precarie, mai pienamente compiute e sempre con l’esigenza di giungere a una maturazione sempre spostata un poco più in là. Un’altra versione della sempre efficace metodologia di governo per il tramite di incertezza, precarietà e paura.

    https://www.leparoleelecose.it/?p=49634

    1. Grazie Gianni, ci sarà anche un seguito per quanto riguarda le considerazioni sulla Liberata del Tasso, autore fondamentale per la maturazione del senso identitario cristiano di un’Europa che, invero, questa sua identità la ignora. Per quanto riguarda Scuderi, sì lo conosco bene. Fui anche interrogato da lui a un esame di Letterature comparate. Diciamo che le cose che dice in questo scritto sono abbastanza condivisibili. Ma è assolutamente deprecabile quando osserva che “prima non era così”. Ah no? È solo colpa del governo attuale “di destra”? Avrei tante cose di cui parlarti al riguardo, ma sarebbe meglio lo facessimo in privato

      1. o. k. Scuderi non lo conosco, ma sono convinto tu abbia buone ragioni. Magari quando vorrai potremo parlarne, anche con gli altri amici, se può essere utile. Penso che in Sicilia, specie lì a Catania, dove in passato ho visto la costa e l’Etna, le vacanze non serva molto muoversi….
        aspetto con piacere tue nuove.

Lascia un commento

error: Questo contenuto è protetto