Ascolta la poesia con la voce di Giorgio Bongiorno
Con il ciuffo di penne dorate
Prezioso ventaglio dietro gli occhi vivaci
Intreccio sublime di
Affetto e dolcezza
Si pavoneggia oggi
Lungo la riva
In questa atmosfera profumata di primavera
La chiamano collonero questa madre di svasso
Impegnata a portare il suo piccolo
A passeggio
Sulle acque ondulate del Sebino
Pare che mamma svasso senta l’aria di festa
Mi viene subito alla mente
Una gita con la mamma
L’ultima prima della mia vita lontana da casa
Papà era già volato in cielo
Ho affidato spesso al vento delle nuvole
Questa cara memoria
Incredibile e viva
Di quando
Per sfuggire all’afa insistente della pianura
Del grande fiume
Si andava a sentire
Un po’ di frescura sulle rive del lago
Lo stesso di oggi
Poco lontano da casa
Allora
Tutti vestiti a festa
Come si usava ogni domenica
Gli stessi colori
Gli stessi profumi
La stessa emozione
Di quel ricordo di mia mamma
Una di quelle querce perenni
Battute da mille tempeste
Resistente all’urlo
Dell’ultimo vento di tramontana
Poterla chiamare
Sentire la Sua voce
Era come recitare la fiaba
Del sogno
Dolce e prolungato
Del bambino
Cantare la nenia dei versi
Di quel poeta armeno
Che mi pare dicesse
“La madre è come il pane caldo…”
Era come correre ancora
Dietro il muro di sassi sul sentiero del bosco
Fino al poggio delle rose
Raccoglierle
Vellutate e vermiglie
In un mazzo umido
Di rugiada
Grande come l’amore
Era ancora come ansimare bambino
Nella radura
Sotto i rami dell’olmo
I suoi occhi su di me
E quei colori tenui dell’angelo
Dopo la grande paura
Del temporale
Sulla via del ritorno
Intanto lo svasso
Spinto da una pungente brezza
Continuava la sua sfilata
E se ne andava lontano
Con il suo prezioso carico
Scivolando dietro il molo e
Sfuggendo piano alla mia vista