Sia il mio papà che la mia mamma sono stati antifascisti, in epoca giusta, prima del ‘45. Non è stato del tutto merito loro: appartenevano entrambi a famiglie culturalmente potenti che non si fecero affascinare. Entrambi hanno sempre nutrito simpatia e tenerezza nei confronti degli altri, quelli che non avevano avuto a loro fortuna. Gli altri avevano creduto a quello che era scritto sui loro libri, a quello che avevano loro insegnato i maestri nelle scuole. Si erano conformati. Avevano idee sbagliate: non per questo erano da considerarsi persone sbagliate. Eugenio Scalfari fu appassionato fascista, Pier Paolo Pasolini anche, Dario Fo ha combattuto per la repubblica di Salò. I fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti, scrisse Flaiano per sottolineare la formidabile rapidità del cambio di casacca. Il mio papà e la mia mamma no, io non ho nessuna verginità da rifarmi, appartengo a un’aristocrazia. Quindi se qualcuno si tiene il busto del duce sulla scrivania lo ritengo un assoluto diritto, una parte irrinunciabile della libertà di pensiero e di parola. Esattamente come ritengo sia un diritto avere nel cuore quell’ immenso crimine contro l’umanità che è stato il comunismo. Se poi questo tizio col busto del duce sulla scrivania o l’inscrizione al FUAN scrive buona musica, ha scritto un buon libro, è un buon dentista, è un grandissimo giudice caduto nella vera guerra alla vera mafia (Borsellino), la mia stima non diminuisce, ritengo il suo fascismo una delle sue tante caratteristiche, né l’unica né la più importante. Gente che ha scodinzolato e scodinzola davanti alle svastiche del battaglione Azov e a quelle palestinesi, si scopre il 25 aprile nel cuore un antifascismo mortale, nel senso letterale del termine: se potessero ammazzerebbero, magari a martellate sul cranio. Scrivo queste righe per fare una domanda, una domanda che non vuole essere una provocazione, ma un’occasione di pensiero. Tutti voi “antifà”, combattenti di una guerra contro un nemico sconfitto e annientato settant’anni fa dagli eserciti alleati, siete sicuri che se foste nati un secolo prima avreste resistito? Siete assolutamente certi che non vi sareste conformati? Signor Scurati lei si è conformato a una spaventosa dittatura sanitaria che ha inoculato a forza farmaci inutili, pericolosi e potenzialmente mortali con il ricatto della morte per fame! Il suo antifascismo è racchiuso nella fotografia del funzionario con la fascia tricolore che, in nome del popolo italiano, ma non nel mio, bombarda di acqua gli eroici e magnifici portuali di Trieste seduti per terra a recitare il Rosario. Quella foto riassume anche l’antifascismo dei presidenti del Consiglio di quel periodo e della Repubblica. Quel funzionario è stato promosso e molti di quei portuali sono stati licenziati. Il fascismo sarebbe riuscito a fare di peggio? Il giornalista Parenzo è stato aggredito in mnaiera vergognosa in quanto ebreo in questa festa che è sempre più la festa dell’odio e dell’antisemitismo, un mitivo in più per abolire questa commemorazione sempre più stravolta, e insieme alla vicinanza per le aggressioni subite, resta la perplessità per il suo comportamento durante la pandemia. Giornalista Parenzo, lei ha invitato a sputare nel cibo dei dissidenti. I dissidenti sono coloro che avevano capito che non c’era scritto da nessuna parte della scheda tecnica di questi farmaci che avrebbero impedito la trasmissione della malattia. Secondo lei quindi è lecito, anzi doveroso, sputare nel cibo dei dissidenti. Che differenza c’è con l’olio di ricino? Se lei fosse nato un secolo fa con un cognome diverso, da che parte sarebbe stato? Ci avete augurato piombo, di morire come mosche, diventare poltiglia verde, campi di concentramento, tutti voi che ci avete tolto diritti elementari come lavorare, guadagnarsi il pane, salire su un mezzo pubblico o usare il bagno di un bar, voi che avete creduto, avete obbedito, avete combattuto nella delirante dittatura pandemica, se foste nati un secolo fa, da che parte sareste stati? Avreste creduto, obbedito a quello in cui si credeva e obbediva all’epoca, e per quello avreste combattuto contro dissidenti inermi. Io sono assolutamente certa che cento anni fa avrei resistito, e ne sono certa perché oggi non ho creduto, non ho obbedito, e ho combattuto dalla parte giusta della barricata, salvando migliaia di persone da tachipirina e vigile attesa, e salvando grazie ai miei avvertimenti migliaia di persone dall’inocularsi vaccini pessimi: l’ho pagato con la radiazione dall’ Ordine dei Medici, lo stesso ordine che decenni fa ha espulso i colleghi ebrei, ora radia i colleghi dissidenti. Il vostro antifascismo racchiuso in latrati contro la brigata ebraica e bandiere arcobaleno, canzonetta “Bella ciao” mai cantata da nessun partigiano, potreste cercare per una volta di renderlo un pochino meno ridicolo, magari anche meno sguaiato? In nome dei morti veri, in nome di quelli che il fascismo lo hanno combattuto sul serio.
Il 25 aprile è diventato la festa dell’odio. le aggressioni alla brigata ebraica sono diventati l’arma per sdoganare le violenze di un’immigrazione che non desidera integrarsi a nulla perché è un fenomeno coloniale.
La sinistra e l’Ampi si sono appropriati di un giorno che doveva essere condiviso…sebbene non io non abbia sentimenti antifascisti così forti non gradisco le dittature. Tuttavia se la democrazia é degradata come oggi, il Fascismo almeno, garantiva la sicurezza nelle strade e comunque una maggiore meritocrazia. L’errore di allearsi con Hitler fu grande. Tuttavia l’emotività italiana instillata dalla Sinistra storica non permette un’analisi “fredda e razionale”. La Spagna ha superato meglio il “dopo Franco”. L’esasperazione italiana è unica. Da Sud America.