La domanda dovrebbe sorgere in ciascuno di noi o perlomeno in tutti quelli che rifiutano i dogmi del pensiero unico e ragionano ancora col proprio cervello.
La questione la si può riassumere brevemente così:
lo Stato italiano interviene per salvare la banca Monte dei Paschi di Siena dal fallimento, spendendo più di 8 miliardi di euro. Oggi la banca realizza utili, risulta adeguatamente capitalizzata secondo i criteri di Basilea3 e lo Stato italiano , che ne deteneva la maggioranza del capitale con quasi il 64%, ne ha liquidato il 25%, incassando 920 milioni di euro.
Quindi il ministro Giorgetti, nel novembre del 2023, vende una partecipazione del 25% di MPS che oggi avrebbe dato diritto a buoni dividendi grazie ad utili significativi.
Perché si vende qualcosa in cui lo Stato guadagna, senza attendere neppure di recuperare le somme investite negli anni precedenti?
Giorgetti liquida il 25% delle partecipazioni azionarie in MPS al prezzo di 3 euro per azione, incassando 920 milioni ; oggi, MPS è tra le azioni più scambiate in Italia e vale 4,2 euro, quasi il 50% in più del valore del novembre 2023!! Se le azioni fossero state vendute oggi, l’incasso sarebbe stato di 1,3 miliardi di euro!!!
Ma allora, perché tutta questa fretta a vendere? Chi ci obbligava ? per quale motivo si è deciso di liquidare il 25% di MPS quando la banca finalmente iniziava a produrre utili?
I media dal canto loro, osannano “l’astutissimo Giorgetti” per la vendita realizzata, ma a conti fatti, siamo sicuri sia stata una utile mossa? Oggi le quote vendute di MPS avrebbero fruttato quasi mezzo miliardo di euro in più.
Ed allora perché vendere con tanta fretta? Avevamo problemi di liquidità? ..non si riusciva a raccogliere denaro mediante emissione di BTP?..lo spread era fuori controllo?… era un impegno preso con gli elettori?
NIENTE DI TUTTO QUESTO.
Domandiamoci allora: a chi dava fastidio la presenza massiccia dello Stato italiano nel capitale sociale di una delle prime 5 banche sistemiche del Paese?..chi ha interesse ad opporsi alla formazione di un polo di banche pubbliche in Italia?
Forse un giorno sapremo la verità.
Nel frattempo il dubbio resta; incompetenti o traditori?
Carissimo Stefano il dubbio è presto risolto. Dopo le elezioni del 25 settembre 2022, che registrarono il successo di Fratelli d’Italia e il declino della Lega, Salvini – secondo un resoconto approfondito e dettagliato pubblicato dal sito tiscali.it, a firma di Claudia Fusani, la nomina di Giancarlo Giorgietti al Ministero dell’Economia e delle Finanze non sarebbe stata richiesta dalla Lega, di cui Giorgietti è il numero due quale vice-Segretario Federale, ma voluta dalla stessa Meloni.
A Salvini viene attribuita questa frase: «Se Meloni vuole Giorgetti al Ministero dell’Economia e delle Finanze, siamo onorati e orgogliosi di questa scelta e di questa responsabilità. Ma sia chiaro che la casella non va messa in conto alla Lega». Significa che, trattandosi di una scelta della Meloni, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, non può essere conteggiato, secondo Salvini, «come ministero di peso della Lega».
All’epoca mi posi la domanda: Se effettivamente così fosse, considerando che comunque Giorgietti non è di Fratelli d’Italia e il ministero a lui attribuito non potrebbe essere addebitato in quota Fratelli d’Italia, sorge la domanda: chi ha voluto Giorgietti a dirigere il ministero in assoluto più importante?
E conclusi: La risposta è nel curriculum di Giorgietti, che lo vede come amico personale di Mario Draghi, che l’ha voluto come Ministro dello Sviluppo Economico nel Governo tutt’ora in carica, l’unico in seno al Governo che gli dà del «tu», economista fermamente europeista, che non ha mai messo in discussione l’euro, ben accetto dagli ambienti finanziari internazionali. Insomma Giorgietti, per ammissione di Salvini, è stato di fatto imposto da Draghi alla Meloni.
Sappiamo che Draghi è il principale protagonista della svendita dei gioielli dello Stato, decisa il 2 giugno 1992 a bordo dello Yacht Britannia, ancorato al largo del porto di Civitavecchia. Ad oggi Draghi è il più autorevole e altolocato rappresentante in Italia della grande finanza speculativa globalizzata.
Prendiamo atto che il cuore di Draghi e del suo discepolo Giorgietti non batte per l’Italia, ma per i nostri conquistatori, colpevoli di aver trasformato l’Italia ricca in italiani poveri.
Magdi Cristiano Allam