LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Il molo”

Col mare tra le braccia, il molo
ha la sua bianca vela che gli parte.
(Alfonso Gatto)


Era qui che si scioglievano al sole
Languori di speranza
Inondati dal profumo di zagara
Cocci di esistenza
Lasciati fra quegli alberi nodosi
Allineati nella campagna di casa
Sferzata dallo scirocco
Viandanti
Pieni di dolore
Il cuore inghiottito
Da un futuro di altri lidi
Sconosciuti
Lontani
Se ne andavano con quello sguardo nella
mente
Quel volto che restava con loro
Quell’ultimo sorriso
E quelle lacrime
Primo vagito
Di una nostalgia ostinata che li avrebbe inseguiti
per la vita
Eppure quel mare non poteva tradirli
Erano le onde increspate di sempre
Parevano uguali
Le loro voci
Anche i loro lamenti
Anche l’eco di quei ricordi
Di quelle emozioni
Di quei brandelli di vita
Che si portavano dentro poche valigie
Accatastate su quel molo
Come tante reliquie
In attesa del commiato


Il commiato e l’evento e la discontinuità più
ricorrente nella storia e nell’esperienza della vita
di ciascuno. Dal commiato e dal cambiamento che
normalmente ne consegue, nascono tutti i petali, i
profumi, i colori e le corolle del giardino fiorito
dalla umana nostalgia…

Foto di copertina: Raffaello Gambogi,”Gli Emigranti (1894) Museo Civico Giovanni Fattori-Livorno”

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