Cari amici buongiorno e buon inizio di settimana. Mi auguro di cuore che stiate tutti bene in famiglia e che vi siate risvegliati colmi d’amore per la vita.
Si può e si deve uccidere chi pregiudizialmente vuole ucciderci e ha ucciso i nostri familiari e concittadini? È lecito moralmente ed è legittimo giuridicamente combattere un esercito nemico o condannare a morte un criminale omicida? La fede nella sacralità della vita significa non combattere e non uccidere in assoluto, anche a costo di farci uccidere e far sottomettere i nostri figli alla tirannia di chi disconosce il valore della sacralità della vita?
Al riguardo vorrei ricordare quanto ho scritto ed insegnato nella prima delle sei lezioni del Corso di Formazione culturale in seno alla Casa della Civiltà, dal titolo “Una nuova etica personale”.
«Il rifiuto categorico della violenza nel perseguimento dell’alternativa per l’Italia e gli italiani si fonda sulla consapevolezza che l’alternativa deve corrispondere alla cultura del rispetto e della tutela della vita.
Ma proprio perché deve prevalere la cultura della vita, proprio perché abbiamo il diritto e il dovere di difendere la nostra vita da chi ci minaccia, la cultura della vita non può tradursi nella sottomissione a chi usa deliberatamente la violenza per attentare e negarci la vita. Chi ha a cuore la salvaguardia della vita propria, dei propri figli, familiari, concittadini e connazionali che si conoscono e con cui si condivide una missione di vita, non può aderire all’ideologia del pacifismo che è pregiudizialmente contrario all’uso legittimo della forza da parte delle istituzioni dello Stato, le Forze Armate che salvaguardano la Nazione dalla violenza di nemici esterni e le Forze dell’Ordine che tutelano la vita e i beni dei cittadini dalla violenza di nemici interni. Questi pacifisti ideologizzati si sono dimostrati dei “pacifinti”, perché sono contrari alle guerre se a scatenarle sono gli Stati Uniti e Israele, ma giustificano e approvano la violenza arbitraria e brutale dei terroristi islamici se colpiscono gli Stati Uniti e Israele, così come sono silenti nei confronti del massacro dei cristiani e degli attentati perpetrati dai terroristi islamici in Europa e altrove nel mondo.
Ugualmente la cultura della vita comporta che abbiamo il diritto e il dovere di sanzionare adeguatamente chi attenta e ci priva della vita. Significa che non possiamo essere pregiudizialmente contrari alla pena di morte per chi deliberatamente uccide e distrugge la vita di persone innocenti, se la pena di morte dovesse essere approvata democraticamente e codificata dalle leggi dello Stato.
Se consideriamo legittima e indispensabile l’azione delle Forze Armate e delle Forze dell’ordine che necessariamente possono uccidere i nemici esterni ed interni che attentano e ci negano la vita, appare incongruente ritenere che si debba salvaguardare costi quel che costi la vita di singoli efferati criminali che hanno deliberatamente e reiteratamente ucciso delle persone innocenti.
E qualora per coerenza concettuale si adottasse l’ideologia del pacifismo assoluto, condannando la pena di morte nei confronti di singoli efferati criminali, le morti di nemici esterni e interni da parte delle Forze Armate e delle Forze dell’ordine, il risultato sarebbe la fine dello stato di diritto, la fine della democrazia, la fine della civiltà fondata su valori e regole, con l’affermazione dell’arbitrio assoluto della legge della giungla dove prevarrebbe il più forte in termini di violenza e di potere dispotico.»
Sul piano concettuale la valutazione della liceità morale e della legittimità giuridica dell’uso della forza per difendere il proprio diritto alla vita e, sul piano del principio, salvaguardare il valore della sacralità della vita, va necessariamente contestualizzata considerando la distinzione sostanziale tra la morale, che si ispira a principi trascendenti di natura religiosa o spirituale, e il diritto, che si fonda sull’esperienza e si radica nella contingenza spazio-temporale. Al riguardo, per quanto concerne il cristianesimo, mi limito a osservare che Gesù sostenendo «Date a Cesare quel che è di Cesare, e date a Dio quel che è di Dio», ha non solo distinto la sfera secolare da quella spirituale, ma ha legittimato l’autonomia della sfera secolare e, con essa, il diritto su cui si fonda una Comunità civile.
Ugualmente prendiamo atto che la valutazione cambia a secondo se siamo noi direttamente vittime di chi disconosce il nostro diritto alla vita e ci uccide pregiudizialmente e deliberatamente, oppure se le vittime sono altri. Nessuno di noi avrebbe il minimo dubbio sul fatto che, se venissimo aggrediti dentro casa propria da parte di chi è intenzionato a uccidere la nostra famiglia, ebbene in questo caso noi abbiamo il diritto e il dovere di ucciderlo prima che sia lui a uccidere noi e i nostri figli. Tuttavia, con un processo mentale deviato, egoista e ipocrita, questo stesso diritto non viene riconosciuto se le vittime sono altri.
Ecco perché, in definitiva, la Casa della Civiltà sostiene la guerra a cui è stata costretta Israele, per difendere il proprio diritto alla vita e, su un piano generale, per salvaguardare il valore della sacralità della vita. Noi condividiamo la guerra contro il terrorismo scatenato nel nome dell’islam che pubblicamente mira alla distruzione di Israele e allo sterminio del popolo ebraico. Noi siamo al fianco di Israele nella consapevolezza che l’Europa è da 1400 anni il bersaglio di una guerra sferrata dagli islamici per sottometterci alla tirannia di Allah e di Maometto; e pertanto, qualora Israele dovesse essere sopraffatto, subito dopo l’Europa verrebbe sottomessa all’islam. Israele e l’Europa combattono sullo stesso fronte e condividono la stessa missione, per far trionfare la civiltà della vita incentrata sui valori della spiritualità ebraico-cristiana.
Cari amici, andiamo avanti sulla retta via a testa alta e con la schiena dritta, forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo a realizzare il miracolo per far rinascere la nostra civiltà, salvare gli italiani, riscattare l’Italia.
Magdi Cristiano Allam
Fondatore della Comunità “Casa della Civiltà”
Lunedì 13 novembre 2023