LA POESIA DI GIORGIO BONGIORNO: “Il sole nella stanza”

Tutta l’infelicità degli uomini deriva da una sola causa, dal non sapere starsene da soli, in una camera.
(Blaise Pascal)

Entra spavaldo questo splendente bagliore
Irrompe benigno
Sul velluto di una pelle assetata di luce
Accarezza il torpore del primo risveglio
Esalta il senso dei miei pensieri
Accende lentamente gli oggetti
Chiude gli occhi curiosi alla geometria
Di forme primitive
Semina i raggi fecondi
Della storia del recente sogno
Nei tratti preziosi della agognata
Sagra dell’amore paesano
Qualche volta rigido e distante
Sfodera gli sgargianti colori del giardino
Una natura sempre viva
Nonostante tracce di memoria insistano
A riportare un’immagine
Icona di giovane speranza
Sospira con i veli leggiadri della notte
Risuona nel tripudio del cielo
Di un universo amico
L’eco di dolci angeliche cantilene
Invoca il solenne mistero della fede
La preghiera ispirata
Da una spinta gioiosa
Delle ore operose del mattino
Odora dei profumi del giaciglio
Che inondano soffusi le membra
Inebriate dal ristoro del breve letargo
La brezza distratta del mattino
Distende i petali nella campagna
Araldi trionfali della prossima primavera
E lancia un richiamo di tesa voluttà
Sulle ali di un fuoco tiepido
Interiore
Intenso
Discreto
Ospite della consueta
Vuota
Soffocata euforia della solitudine
Ritorna la limpida memoria
Del primo antico
Inconscio
Fulgore della vita
Nel disegno incompiuto dell’esistenza
In un lontano tempo
Indistinto e sconosciuto
Del mistero della nascita
E sfuma nell’eterno
Leggendario miracolo
Del sospirato incedere del giorno

Aprivo solamente le finestre della mia camera ed entravano l’aria color blu, l’amore e i fiori.
(Marc Chagall)

Foto di copertina: Edward Hopper, “Il sole in una stanza vuota”

Lascia un commento

error: Questo contenuto è protetto