E di notte com’era calmo e lucente il lago, simile a una striscia s’argento, sotto le finestre del palazzo, alla luce della luna piena, mentre il vecchio castello gettava lunghe ombre sul paese addormentato.
(Edward Lear)
Si specchiano d’incanto
Le tue leggende nei secoli passati
L’alone di mistero delle tue mura
E la romantica quiete del lago
Taciturno e severo custode del tesoro
Testimone dell’armonia di corte
Preziose corone
Intrecciate di petali dorati
Monili celati nel profondo dell’anima
Tesori che solo la storia può custodire
Fra le mura di un maniero
Fantasmi curiosi e vagabondi
Si mescolano chiari al buio fitto della notte
E cercano ansimanti il ristoro di antiche ferite
Nello scintillio di spade lucenti
Io mi tuffo in quegli anni lontani
Fra carrozze sgargianti e giovani principesse
Boschi tenebrosi e solenni
Brani di sanguinose tenzoni
Rime baciate
Echi di cori remoti
E impavidi guerrieri
Mentre si spengono su di te
Lenti e ostinati
Le splendide cromie dell’ultimo tramonto
Fedeli reminiscenze
Di un giorno remoto
Uno sguardo velato
Ardito e audace ammiccare
Sigillo d’argento
Di quella gloria armata
Vibrano intanto
Carezze sublimi
Di alteri amori e celate passioni
Messaggi postumi di umana speranza
Uno spartito celeste
In serbo a una mano divina
Note di preghiera
Costumi brillanti
Balenii di scintille
Capricci di stelle
Che paiono aleggiare
Riapparire a tratti nell’ombra del crepuscolo
E danzare sulle lievi increspature del lago
*
Foto di copertina: Nicola Matarrese, “Il castello di Toblino”