Cari amici buongiorno. Oggi alle ore 17, alla Diretta “Mezz’ora culturale”, ci confronteremo sulla violenza degli studenti contro i docenti nella scuola.
Ieri, uno studente di 16 anni dell’Istituto secondario Alessandrini di Abbiategrasso, in provincia di Milano, ha ferito in classe con un coltello la sua professoressa, Elisabetta Condò, di 52 anni, al braccio e alla testa con un’arma da taglio ed è stata trasferita in sala operatoria all’ospedale di Legnano. La prognosi è riservata, anche se la docente non è in pericolo di vita.
Il ragazzo, con una pistola giocattolo, avrebbe anche intimato ai compagni di uscire dall’aula, senza ferirne nessuno. Dalle prime testimonianze non risulta che siano stati sparati colpi con l’arma giocatolo a gas.
All’arrivo dei Carabinieri non ha fatto resistenza lasciando la pistola sul banco, ben visibile.
Una sua compagna di classe ha raccontato: «Siamo entrati alle 8 e ci siamo suddivisi per fare un lavoro a gruppi. Io ero proprio con il ragazzo. Lui è rimasto per tutto il tempo in silenzio e non collaborava. La professoressa si è avvicinata per aiutarci e poi ha detto al ragazzo che a breve lo avrebbe interrogato in storia per recuperare un’insufficienza. Lui ha risposto che sarebbe andato da lei dopo 5 minuti».
Poi «Ha iniziato a frugare nello zaino e poi rivolgendosi verso di noi ha detto: “Mi dispiace ragazzi, mi dispiace”. È andato verso la professoressa e l’ha pugnata più volte.»
Un compagno di classe ha detto: «Ho sentito urlare tutti, mi sono girato e ho visto che brandiva un pugnale, cominciando a colpire la prof da dietro, alla spalla, al braccio, senza urlare, senza dire niente, non era agitato, sembrava non avere emozioni. Poi ho visto che alzava una pistola, mentre la prof veniva accompagnata fuori dalla stanza, e sono scappato immediatamente insieme a tutti gli altri».
Uno studente, rappresentante di istituto della scuola, ha detto: «Quando ho visto che evacuavamo e si pensava che un nostro compagno fosse armato di pistola ho pensato: “allora succede anche qui, non solo in America”. Quando sono entrato nell’aula al secondo piano, che era vuota, l’ho visto in fondo alla stanza, con le due armi posate sul banco davanti a lui. In un’aula vicina stavano soccorrendo la professoressa».
Il preside dell’istituto, Michele Raffaeli, ha detto: «Non abbiamo mai avuto avvisaglie della possibilità di un comportamento simile, non potevamo certo immaginare questo, però domani era previsto un colloquio con lo studente e con i genitori per dei problemi didattici, sui quali non entriamo nei particolari».
La professoressa ferita ha ricevuto la visita in ospedale da parte del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che ha detto:
«Ho voluto esprimere la solidarietà e la vicinanza mia personale e dell’intero governo alla professoressa aggredita, una professoressa che ha fatto in modo esemplare il suo dovere seguendo un ragazzo che in passato aveva già dimostrato alcune problematicità».
«Con questa testimonianza voglio esprimere la nostra vicinanza a tutti gli insegnanti italiani e anche cogliere l’occasione perché si rifletta attentamente sull’introduzione dello psicologo a scuola soprattutto in un momento particolarmente difficile anche a seguito dell’emergenza Covid. Il disagio psicologico dei ragazzi nelle scuole è aumentato in modo significativo».
«Non riesco a immaginare come un insegnante possa essere aggredito in una classe: questo testimonia un problema sociale rilevante ed è in parte anche conseguenza di quello che è successo negli anni passati con il Covid, in quanto la didattica a distanza ha rotto le relazioni umane. La scuola è invece una grande comunità educante e il rapporto di personalizzazione è decisivo».
«Dopo l’esperienza del Covid gli episodi di bullismo si stanno moltiplicando, proprio perché si è interrotta quella relazione interpersonale che è fondamentale nello sviluppo educativo».
Ha precisato che le relazioni che riceve settimanalmente sono «abbastanza inquietanti su questo fenomeno, cioè di docenti che vengono aggrediti. E abbiamo già interessato l’avvocatura dello Stato in diversi casi, per mettere a disposizione la difesa legale. Sicuramente valutiamo anche l’episodio di oggi, ma più in generale negli episodi gravi lo Stato dovrà chiedere direttamente anche il risarcimento del danno di immagine affiancandosi all’azione del docente quindi costituendosi come parte civile nel processo».
«Abbiamo dati allarmanti di percosse e minacce ai docenti con numeri quotidiani di episodi di questo genere. E’ un bollettino di guerra non più tollerabile», aveva detto il ministro qualche tempo fa intervenendo a Porta a Porta, annunciando anche la volontà di costruire una banca dati per comprendere i numeri del fenomeno e l’intervento dell’Avvocatura generale dello Stato per assicurare la rappresentanza e la difesa del personale della scuola. In una circolare inviata agli istituti nei mesi scorsi il dicastero dell’Istruzione afferma che i dirigenti scolastici sono invitati a segnalare tempestivamente gli episodi di violenza agli Uffici scolastici regionali, che valuteranno la segnalazione e la inoltreranno al ministero.
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Magdi Cristiano Allam
Fondatore e Presidente della Comunità “Casa della Civiltà”
Martedì 30 maggio 2023