Pensavamo di aver chiuso la pratica “bolla immobiliare “ nel 2007/2008, con lo scoppio della crisi dei mutui sub-prime negli USA, che nel giro di pochi giorni causarono un blocco della liquidità nel mercato interbancario come mai si era osservato nella storia.
Ebbene, ad appena 15 anni di distanza siamo tornati al punto zero e nuovamente il mercato immobiliare è prossimo ad implodere a causa delle quotazioni folli cui è stato sospinto grazie alla quantità di credito creato dalle banche commerciali per i mutui ipotecari.
I nuovi protagonisti di questa folle corsa dell’immobiliare sono, oltre agli onnipresenti Stati uniti, anche alcuni insospettabili paesi europei.
Quello che stavolta spaventa davvero è la mole complessiva di debiti che hanno permesso all’immobiliare di raggiungere nuove quotazioni record, con l’aggravante che in un contesto di tassi d’interesse crescenti a causa dell’inflazione, questo potrebbe innescare a breve una serie di problemi che vedrebbero inevitabilmente coinvolto anche il settore bancario.
Andiamo per ordine e partiamo dagli Stati Uniti, dove l’indice che misura il valore degli immobili è passato da circa 250 del 2007 ai 400 attuali, con il livello di prestiti a privati raddoppiati in 15 anni.
In Europa è significativa ed anche piuttosto sorprendente, verificare la presenza di una colossale bolla immobiliare in Germania, paese in cui il valore degli immobili è quasi raddoppiato negli ultimi 15 anni ed anche in questo contesto osserviamo una crescita del livello dei prestiti al settore privato salito del 50% nello stesso arco temporale di riferimento.
Infine osserviamo un paese del nord Europa, da sempre portato ad esempio come la Svezia, in cui il valore degli immobili è più che raddoppiato ed il credito è quasi triplicato a partire dal 2007.
Questa nuova bolla immobiliare del 2023 porta dunque con se un fardello debitorio ben più pesante di quello del 2007/2008, aggravato da un contesto globale in cui l’inflazione in crescita, il costo dell’energia fuori controllo che la determina ed il constante incremento dei tassi da parte delle banche centrali, possono innescare una rapida discesa dei prezzi immobiliari, creando problemi anche alle banche che hanno finanziato la loro costruzione e vendita a causa del minor valore delle garanzie in portafoglio.
Sul fronte dei mutuatari invece, il pagamento delle rate mensili potrebbe diventare un grande problema e determinare casi di insolvenza, riduzione nei consumi e delle spese private, con impatto negativo sull’economia reale e sui redditi.
CONCLUSIONE: L’idea che tutto questo sia in parte “voluto” e considerato utile alle banche centrali trova conferma nel fatto che il prossimo obiettivo di queste è la creazione, gestione e diffusione della CBDC, la moneta digitale di banca centrale che sostituirà quella bancaria ed il contante, con la quale probabilmente decideranno d’intervenire per salvare il sistema economico quando la crisi toccherà il suo apice.
D’altro canto il copione si ripete sempre uguale a se stesso; cambiano gli obiettivi intermedi ma quello finale, ovvero raggiungere il controllo totale sui popoli e stati sovrani da parte del sistema bancario, resta immutato nel tempo.
Quindi, Stefano, aumenti dei prezzi degli immobili a livello internazionale e crollo, invece, da noi?
Ciao Davide, dovrebbe andare proprio così. Negli USA oggi la rata media per l’acquisto di un immobile è di oltre 700 dollari ( nel 2007/2008 si era arrivati intorno a 650 dollari). Tanti andranno in difficoltà e poi toccherà a chi ha prestato loro i soldi . In Italia l’immobiliare ha perso rispetto al suo massimo del 2011 circa il 10%. In Italia, a differenza degli altri paesi però, le banche hanno ridotto il credito e di conseguenza i prezzi non potranno che proseguire a livello aggregato, una discesa verso il basso.
Caro Stefano, tra i Paesi che hanno raddoppiato il valore degli immobili c’è anche l’Olanda? Grazie!
Cara Marialuisa, anche in Olanda i prezzi degli immobili sono passati dal valore di circa 120 del 2007/2008 a quasi 200 del 2021/22 ed ora sono a circa 190. Anche in Olanda, i prezzi sono stati gonfiati dall’eccesso di credito bancario che però sta ora faticando a crescere ancora, favorendo un abbassamento fisiologico dei prezzi degli immobili.