I medici di famiglia travolti da una tempesta informatica. Messaggi per whatsapp e mail, il telefono che squilla, rischiano di far perdere serenità al medico con profili di responsabilità significativi

2 commenti su “I medici di famiglia travolti da una tempesta informatica. Messaggi per whatsapp e mail, il telefono che squilla, rischiano di far perdere serenità al medico con profili di responsabilità significativi

  1. Andreina tutto sommato ha ragione.
    Questo anziano medico di famiglia, esprime un comprensibile disagio, nella prima parte del suo scritto, riguardo la perdita del contatto umano coi pazienti, quando i contatti erano attraverso il telefono o diretti in ambulatorio o a casa del malato. Tutto a favore della decantata transizione digitale, dell’informatizzazione anche dei contatti, della telemedicina che estrania la cura al letto del malato.
    La pseudopandemia ha accelerato questa agenda di transumanizzazione.
    Capisco il collega travolto dalla tempesta informatica, ma visto che siamo stati relegati per anni a veicoli infettivi da tenere a distanza o a cui rispondere con tachipirina e vigile attesa, per fortuna non da tutti, mi sembra che la geremiade sbagli bersaglio e riduca il disagio a rottura di scatole digitale che assolva i medici senza riconoscere le cause vere e profonde della disaffezione dei pazienti e di perdita di credibilità dei medici.
    Attribuire alla pletora di contatti dei pazienti un rilievo che può influire anche su responsabilità professionali, é come chiedere un altro scudo penale come per i medici vaccinatori.
    Io ho un medico tra non molto in pensione. È da solo, non ha segretarie.
    Non ha mail, né WhatsApp, né altro, solo il telefono. Se accedi allo studio, di solito aspetti ore il tuo turno. Se telefoni per appuntamento per visita o ricette, minimo devi stare di media 45 minuti perché risponda. Appena ti risponde dice ‘aspetta’ e magari attendi altri 15 minuti, poi in 5 minuti manda la ricetta in farmacia. Trovarlo poi durante la pandemia era un terno al lotto, così le ricette me le facevo da me, perché posso ovviamente, che poi a lui non dispiace. Questo per dire che oggi la comunicazione informatica e telefonica in vari modi è comoda e importante per i pazienti, per essere presenti ed assisterli anche psicologicamente, cosa che già di per sé è parte primaria della cura. Certo non si può essere sempre ed ovunque, a tutte le ore, disponibili, ma i mezzi consentono di rispondere a tutti, magari con calma, e dedicarsi a chi ha più bisogno, e qui linee guida e burocrazia ministeriale o D. p. R. devono cedere al rapporto esclusivo ed in Scienza e Coscienza coi nostri pazienti e con le cure, unico oggetto di una professione bella ed appagante spesso, anche se non senza ombre, ma fatta come sappiamo da sempre di dedizione e sacrificio.
    Una volta si diceva che fare il prete ed il medico era una missione, come il sindaco, in un paese, dove erano le tre Autorità legali, spirituali e sanitarie.
    E così dovrebbe essere, se non fosse entrato ovunque il dio denaro.

  2. Confesso che quando ho letto che “il rapporto di fiducia tra medici di famiglia ed i suoi assistiti rischia di venire travolto da questa tempesta informatica” mi sono chiesta dove vive questo medico: su Marte probabilmente. Mi chiedo come possa onestamente pensare che sia questa la motivazione e non quanto accaduto negli ultimi due anni e mezzo, grazie soprattutto all’atteggiamento servile della sua categoria, che ha spesso dimenticato di aver giurato di curare le persone e di non compiere nulla che le possa danneggiare.
    Mi chiedo come questo “professionista” non abbia capito che la tempesta informatica sia al massimo l’ultimo dei problemi, essendo preceduto da un vero dramma, costituito da una sanità allo sfascio, e da una pervicace azione demolitoria della sanità pubblica a favore di una privata.
    Mi chiedo come non comprenda che presto chi non potrà permetterselo non avrà cure.
    Quando leggo questi cose mi rendo conto che il lavoro di ricostruzione che ci prefiggiamo di portare avanti è infinitamente più complicato di quanto avevo immaginato.
    Cionondimeno è proprio per questo che ritengo indispensabile incrementare ancora l’impegno per cambiare davvero questo nostro paese.
    Andreina Trapletti

Lascia un commento

error: Questo contenuto è protetto