Il gigante economico dell’Unione Europea ha partorito il topolino di un mini-esercito di 5 mila uomini. Ciò che manca non sono centinaia di migliaia di soldati ma un’anima che sostanzi la ragione per cui si debba credere e sacrificarsi.

Buongiorno amici. I ministri degli Esteri e della Difesa dei Ventisette Stati dell’Unione Europea hanno approvato la nuova strategia di Difesa europea che ha come perno la costituzione di una forza militare di circa 5 mila soldati, da fare intervenire in casi simili all’evacuazione dell’aeroporto di Kabul, e un aumento della spesa militare per poter effettuare autonomamente interventi militari entro il 2025. Quindi per ora l’Esercito dell’Unione Europea è equivalente a una brigata che sarà pronta nel 2025.
L’Alto rappresentante dell’Unione Europea per la Politica estera, Josep Borrell, il 21 marzo ha chiarito:
“Non vogliamo creare un esercito europeo. Ogni Stato manterrà il proprio esercito, ma dobbiamo lavorare insieme per coordinare meglio le nostre spese militari”.
Borrel ha spiegato che nel 2020 i ventisette Paesi dell’Unione Europea hanno speso la cifra record di 198 miliardi di euro in sistemi di difesa militare, una somma pari a circa l’1,5% del Pil europeo:
“I duecento miliardi sono più o meno quattro volte la spesa militare della Russia, tutti insieme spendiamo circa quattro la volte la Russia ma di certo che non la stessa efficienza. Duecento miliardi è la spesa militare della Cina, tutti insieme spendiamo più della Cina, ma certamente non è la stessa cosa ventisette parti diverse che un’unica struttura militare integrata”.
Questo è l’obiettivo delineato nel documento approvato dai 27 ministri della Difesa europei ufficialmente denominato “Bussola strategica”:
“Davanti al mondo che dobbiamo affrontare, dobbiamo intensificare i nostri sforzi per prepararci alle crisi e alle minacce e per proiettare stabilità nel nostro vicinato e oltre. La forza dell’Ue nel prevenire e affrontare i conflitti esterni e le crisi risiede nella sua capacità di utilizzare mezzi sia militari che civili. Dobbiamo essere in grado di agire prontamente in tutti i campi operativi: a terra, in mare e nell’aria, così come nel cyberspazio e nello spazio”.
Intervenendo al Senato sulla guerra in Ucraina lo scorso primo marzo, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha ricordato che all’inizio degli anni Duemila per la difesa europea si parlava di 150 mila soldati.
I ministri della Difesa dell’Unione Europea, il 20 novembre del 2000 quando i membri erano quindici, annunciarono a Bruxelles la costituzione di un esercito europeo di 100 mila uomini a cui l’Italia avrebbe contribuito con 20 mila uomini.
Nel suo insieme, la forza di reazione rapida sarebbe stata composta di 100.000 uomini, 60.000 mobilitabili simultaneamente, 100 unità navali, 400 aerei da combattimento. Il tutto in stretto legame con l’Alleanza Atlantica.
All’epoca il Ministro della Difesa era Sergio Mattarella, l’attuale Presidente della Repubblica. Mattarella disse che
“l’Italia chiede l’inserimento della difesa comune nei Trattati. Quello di oggi rappresenta un punto di arrivo ma anche una tappa, è previsto infatti che il cammino proceda con sviluppi e miglioramenti”.
Vediamo quanto spendono le grandi potenze per la difesa in rapporto alla propria popolazione e superficie. I dati sono aggiornati con le proiezioni di spesa per il 2022.
Unione Europea
Abitanti: 447,7 milioni
Superficie: 4.233.000 kmq
Spesa militare: 232,8 miliardi di dollari
Russia
Abitanti: 144 milioni
Superficie: 17.100.000 kmq
Spesa militare: 61 miliardi di dollari
Cina
Abitanti: 1 miliardo e 443.615.491 milioni
Superficie: 9.597.000 kmq
Spesa militare: 230 miliardi di dollari
Stati Uniti
Abitanti: 329,5 milioni
Superficie: 9.834.000 kmq
Spesa militare: 778 miliardi di dollari
Emerge che da soli gli Stati Uniti spendono per la difesa molto di più dell’Unione Europea, della Russia e della Cina messi insieme.
Eppure a giudicare dai risultati militari conseguiti dagli Stati Uniti dal Vietnam all’Afghanistan la loro incredibile forza militare si è risolta in un sostanziale e clamoroso fallimento.
Cari amici, ciò che manca all’Unione Europea non è tanto un esercito di 150 mila uomini evocato da Draghi, ma un’anima che sostanzi la ragione profonda dell’essere un’unica nazione per cui si scelga consapevolmente di dedicarsi e volontariamente di sacrificarsi. La crescita quantitativa delle forze armate, come conferma la realtà degli Stati Uniti, non risolve il vuoto qualitativo sul piano identitario e valoriale. Ciò che storicamente ha fondato e unito l’Europa è stato il cristianesimo, diventando anche causa di conflitti intestini. Ma in un’Europa sempre più scristianizzata e senz’anima, è illusorio immaginare che potrebbero esserci cittadini europei che credono e si sacrificano per una entità che ha elevato l’euro all’apice di una nuova inciviltà e che è proiettata a farsi fagocitare dal Nuovo Ordine Mondiale assoggettato alla grande finanza speculativa globalizzata, di cui l’italiano Mario Draghi è un altolocato e autorevole rappresentante.
Ecco perché noi dobbiamo ricostruire dalle fondamenta una nuova civiltà, un nuovo modello di Stato, sviluppo e società che mettano al centro la famiglia naturale che salvaguardi la dignità e la libertà della persona, la crescita della natalità degli italiani, l’economia reale, un’Italia indipendente e sovrana, un’Europa dell’anima e non dell’euro.
Andiamo avanti forti di verità e con il coraggio della libertà. Con l’aiuto del Signore insieme ce la faremo.
Magdi Cristiano Allam
Giovedì 24 marzo 2022

1 commento su “Il gigante economico dell’Unione Europea ha partorito il topolino di un mini-esercito di 5 mila uomini. Ciò che manca non sono centinaia di migliaia di soldati ma un’anima che sostanzi la ragione per cui si debba credere e sacrificarsi.

Lascia un commento

error: Questo contenuto è protetto